Originaria del Sud della Cina ed oggi coltivata anche in Giappone, Corea, Taiwan e in buona parte del Sud-Est asiatico, konjac, anche nota con i nomi di konyaku, konjak, patata di konjac e lingua del diavolo, è una pianta di origini molto antiche, conosciuta ed utilizzata nei territori d’origine da oltre 2.000 anni. Solo di recente scoperta dalla cucina occidentale, della pianta di konjac si utilizza soprattutto la radice, dalla quale si ricava il glucomannano, una gomma naturale vegetale impiegata non solo per produrre caramelle e chewing gum ma anche come ingrediente di una pasta ipocalorica e priva di glutine (la pasta di konjac), della quale il formato più conosciuto sono gli spaghetti shirataki (o shirataki noodles), di colore chiaro e dal basso contenuto di carboidrati.
Sempre dalla radice di konjac, composta per il 97% da acqua e per il 3% dalla fibra naturale glucomannano, si ottiene anche il konnyaku, una specie di mattoncino di colore scuro e dalla consistenza gelatinosa, privo di calorie, da mangiare da solo previa cottura, come alternativa alla carne nelle diete vegetariane, o come ingrediente in alcuni piatti tradizioni giapponesi come l’oden e il sukiyaki.
Il konjac, il cui nome scientifico è Amorphophallus konjac, è una pianta perenne appartenete alla famiglia delle Aracee, nativa della Cina sud-orientale, in particolare della provincia di Yunnan, e che si origina da un grosso bulbo (che di fatto può avere un diametro di 25 cm e un peso 4 kg), spesso associato alla patata, sebbene non condivida alcuna caratteristica con questo tubero, ma esteticamente molto più simile alla barbabietola. Di questa pianta si utilizza, sia per scopi alimentari che cosmetici, proprio il suo rizoma tuberizzato, composto per la maggior parte da acqua (ben il 97%) e dalla fibra naturale glucomannano (3%), sebbene siano presenti anche altre fibre naturali e sali minerali come il calcio, il rame e lo zinco.
Il konjac ha un bassissimo apporto di calorie (circa 20 kcal per 100 gr. di prodotto), è privo di glutine, ricco di fibre e ha un notevole potere saziante, quest’ultimo accentuato dal fatto che il tubero a contatto con l’acqua aumenta di volume sino all’80%. Ideale per i celiaci, il konjac è perfetto anche per chi segue una dieta ipocalorica e può essere consumato “in purezza”, ovvero cucinato come un vegetale e servito di contorno a carne o pesce, oppure trasformato in pasta o riso konjac e in farina, quest’ultima utilizzabile sia come addensante per sughi e gelatine sia come sostituta della classica farina per la preparazione di prodotti da forno.
Coltivazione e caratteristiche della pianta di konjac
Come visto, la Amorphophallus konjac è una specie erbacea perenne che nasce da un rizoma di grandi dimensioni e la cui forma è simile a quella di mela. E’ proprio dal rizoma che in primavera si origina un’infiorescenza, la cui altezza può raggiungere anche il metro e mezzo, la quale dopo alcune settimane di sviluppo si mostra come un grosso cono di colore rosso alla base del quale si trovano dei piccoli fiori. I fiori del konjac hanno una forma caratteristica, impiegano molto tempo per aprirsi e, soprattutto, sono contraddistinti da un odore piuttosto sgradevole, ma necessario alla pianta per attirare gli insetti che hanno il compito di impollinarli.
La pianta di Konjac va piantata a inizio primavera (generalmente a maggio) e in un terreno ricco di nutrienti; durante il suo sviluppo è necessario fare attenzione ad alcuni aspetti, come ad esempio ricompattare la terra una volta spuntato il fiore o procedere a frequenti irrigazioni quando inizia a formarsi la foglia. Oltre a ciò, la pianta di konjac va tenuta in un posto ben soleggiato (ma al riparo dal sole troppo forte), e in un terreno drenato e asciutto, tenendo inoltre presente che la pianta non sopporta le temperature troppo rigide, caratteristica questa che ne consente la coltivazione in piena terra solo nelle zone contraddistinte da inverni miti e da scarse precipitazioni.
La coltivazione del konjac è comunque piuttosto complessa e questo perché i semi-tuberi, una volta raccolti nel mese di novembre, devono essere conservati in un luogo asciutto per poi essere nuovamente ripiantati a maggio; in linea di massima questo ciclo di impianto ed espianto dei tuberi viene ripetuto per almeno due volte, il che significa che la commercializzazione avviene solo dopo circa 3 anni del primo impianto.
Le proprieta’ nutrizionali del konjac
Pur essendo un alimento con un bassissimo apporto di calorie (circa 20 kcal per 100 gr.), la radice di konjac è considerata molto nutriente e ricca di proprietà benefiche. Essendo costituito prevalentemente da acqua e da glucomannano, il konjac, e i prodotti da esso derivati, hanno un grande potere saziante, supportano il corretto transito intestinale e contrastano la sindrome dell’intestino pigro, visto il buon apporto di fibre solubili, riducono l’assorbimento zuccheri e lipidi e dimostrano una certa efficacia nella riduzione del colesterolo e come supporto nelle diete dimagranti.
Oltre a ciò, il konjac è privo di glutine, quindi indicato per i celiaci, ed è una buona fonte di minerali, soprattutto di zinco, calcio, ferro, fosforo, cromo e rame, fondamentali per contrastare l’affaticamento.
Le proprietà nutrizionali del konjac sono utili anche per rafforzare il sistema immunitario, per mantenere denti e vista in salute, per stimolare il metabolismo e per favorire l’assorbimento dei sali minerali; nella medicina popolare, questa pianta viene inoltre impiegata per curare disturbi come tosse, asma ed ernia o problemi della pelle come ustioni e punture d’insetto.
Konjac: benefici e controindicazioni
Come accennato, la pianta di konjac e gli alimenti da essa ricavata apportano molti benefici al benessere e alla salute dell’organismo.
In primo luogo, il konjac migliora i processi distensivi e si rivela particolarmente efficace per contrastare problematiche come costipazione ed emorroidi mentre i buoni livelli di glucomannano contribuiscono a ridurre l’assorbimento degli zuccheri, garantendo in questo modo un’azione di controllo del diabete. Il konjac ha effetti positivi anche in relazione all’assorbimento dei sali minerali, contribuisce al rafforzamento delle difese immunitarie e al miglioramento della salute e dell’igiene orale, grazie alle sue proprietà antibatteriche e antiossidanti, protegge gli occhi da patologie comuni come la congiuntivite e controlla la pressione arteriosa, svolgendo così anche un’azione protettiva del cuore.
Inserire il konjac nella propria alimentazione può aiutare anche a stimolare il metabolismo, a combattere dolori articolari e a contrastare affaticamento e astenia senza contare che questo prezioso ingrediente può migliorare tono e aspetto della pelle, riducendo acne e altre infiammazioni, e offrire un valido aiuto nell’attenuazione dei sindromi premestruali.
In linea di massima, il konjac è un alimento sicuro (ma va sempre assunto nelle dosi consigliate) ma è controindicato per i soggetti affetti da occlusione intestinale, per le persone che assumono determinati tipi di farmaci, per chi è intollerante a uno o più dei suoi componenti e per le donne in gravidanza o allattamento.
Che cos’e’ la pasta di konjac
La farina di konjac è, come detto, impiegata per la preparazione di diversi tipi di alimenti, tra i quali anche la pasta. La pasta di konjac, che si caratterizza per il suo sapore neutro e per la sua consistenza leggermente elastica, è un superfood che possiede molte proprietà benefiche ed è indicata per le persone che seguono una dieta ipocalorica, visto che ha un basso contenuto di calorie e che stimola il senso di sazietà. Venduta soprattutto online, nei supermercati etnici o nei negozi biologici, la pasta di konjac è disponibile nella versione già pronta oppure secca e il suo costo si aggira mediamente sui 3 Euro a pacco.
La pasta di konjac secca si prepara in linea di massima come la pasta tradizionale; bisogna quindi portare l’acqua a ebollizione, tuffarvi la pasta all’interno, spegnere la fiamma, coprire la pentola e lasciare la pasta in cottura per un tempo che va dagli 8 ai 12 minuti (la pasta di konjac non scuoce) per poi procedere a saltarla in padella con il condimento che più si preferisce.
La pasta di konjac è, infatti, un alimento molto versatile che si sposa alla perfezione con verdure come le zucchine, il cavolfiore, i pomodori, la rucola e le melanzane così come con le uova, i gamberetti, il tonno, le noci e così via.
Che cosa sono e come si usano gli spaghetti shirataki
Gli shirataki di konjac sono il formato più diffuso e famoso della pasta di konjac, si presentano nell’aspetto simili agli spaghetti o ai vermicelli (noodles) e si caratterizzano per un elevato potere saziante e per una buona azione probiotica.
Gli shirataki, in Giappone considerati come “purificatori del sangue” poiché privi di colesterolo, non contengono né carboidrati né grassi e glutine, hanno appena 20 calorie per 100 grammi, un sapore piuttosto neutro e una consistenza molliccia. Dato il loro gusto neutrale, gli spaghetti shirataki, che sono di colore bianco quasi trasparente, devono essere cucinati in abbinamento con altri ingredienti, specialmente verdure di stagione, carne e pesce, mentre il metodo di cottura migliore è quello in padella, con l’aggiunta di condimenti come la salsa di soia e l’olio di sesamo.
Come la pasta di konjac, anche gli shirataki (parola che letteralmente significa “cascata bianca”) sono venduti presso negozi etnici specializzati o biologici ad un prezzo di circa 3 Euro a confezione; va ricordato che gli shirataki di konjac sono commercializzati nelle tipologie secchi, precotti e disidratati.
Gli shirataki secchi necessitano di una cottura di circa 15 minuti prima di essere saltati in padella con altri ingredienti, quelli precotti vanno solo conditi e sciacquati mentre gli shirataki disidratati devono essere messi in ammollo in acqua così da farli rinvenire.
Riso di Konjac
Oltre alla pasta, dalla farina di konjac è possibile ricavare anche una particolare tipologia di riso che si distingue da quelle maggiormente impiegate nella cucina occidentale per il suo basso apporto di calorie, per la buona percentuale di fibre, per essere privo sia di zuccheri che di grassi e per la velocità di cottura
Il riso konjac, vegano e senza glutine, ha una consistenza leggermente gelatinosa e si presenta come piccoli chicchi di colore bianco; il suo sapore neutro ne permette l’abbinamento con diversi tipi di ingredienti, soprattutto verdure di stagione e pesce. Al pari della pasta, anche il riso konjac è facilmente reperibile presso i negozi di alimenti asiatici e il suo costo va dai 2 ai 3 Euro a confezione.
Konjac: usi in bellezza
Ottimo alimento e prezioso alleato della salute, il konjac si presta a diversi usi anche nel settore della cosmesi e, non a caso, in Giappone le sue proprietà benefiche per la bellezza, specialmente quella della pelle del viso, sono note già da più di 1.000 anni. In cosmesi, quindi, il konjac viene utilizzato soprattutto per preparare creme rimpolpanti e idratanti per il viso, le cui proprietà sembrano essere simili a quelle contenenti acido ialuronico, ma anche per fabbricare una particolare tipologia di spugna.
Le spugnette di konjac, realizzate al 100% con fibre naturali, sono infatti utilizzate per pulire in profondità la pelle, svolgendo anche un’azione esfoliante; queste spugnette vanno in sostanza ad agire come un peeling andando a eliminare in maniera efficace ma delicata sia le impurità che le cellule morte. Le spugne di konjac, che durano all’incirca 6 settimane, hanno anche la capacità di stimolare la circolazione sanguina e di favorire il rinnovamento cellulare e si dimostrano, dunque, efficaci per dare luminosità e compattezza alla pelle. Vendute soprattutto online e a un costo davvero accessibile, le spugne di konjac sono quindi un ottimo prodotto bio per la skincare.
KONJAC faq
Gli spaghetti di konjac, noti anche come shirataki, sono semplici da preparare. Per cucinarli, sciacqua bene gli spaghetti sotto acqua corrente per eliminare il loro odore caratteristico, quindi bollili per 2-3 minuti. Scolali e poi saltali in padella per 5-10 minuti per asciugarli bene. Questo processo migliora la loro consistenza e li rende pronti per essere conditi a piacere.
Quanto konjac si può mangiare al giorno non è rigidamente definito, ma è consigliabile consumarlo con moderazione. Essendo ricco di fibre, un consumo eccessivo può causare disagi gastrointestinali come gonfiore o diarrea.
La pasta di konjac ha un sapore molto neutro e assorbe facilmente i sapori dei condimenti con cui viene preparata, rendendola estremamente versatile in cucina.
Per chi cerca pasta senza carboidrati, gli spaghetti di konjac sono una delle migliori opzioni disponibili, dato che sono praticamente privi di carboidrati e molto bassi in calorie.
Infine, la pasta konjac è nota per il suo bassissimo contenuto calorico, con circa 10 calorie per 100 grammi, rendendola una scelta ideale per chi segue diete ipocaloriche.